Montepulciano: la fotobiomodulazione con luce blu è arrivata alla Vulnologia di Nottola.L’innovativo strumento serve a trattare le ferite difficili complesse
Nell’ambulatorio di Vulnologia per il Trattamento delle Lesioni Complesse e del Piede Diabetico e in quello infermieristico per il Trattamento delle Ferite Difficili dell’ospedale di Nottola, è stato introdotto un innovativo dispositivo medico per il trattamento delle ferite complesse che si basa sulla fotobiomodulazione con luce blu. Il nuovo apparecchio consente una ripresa della riepitelizzazione delle ferite croniche e acute, che ne velocizza il processo di guarigione, con risultati migliori in termini di tempo e di rigenerazione tissutale. Tale trattamento, inoltre, è stato utilizzato con successo in un progetto di continuità assistenziale Ospedale -Territorio nella Valdichiana Senese.Le lesioni cutanee croniche rappresentano un grave problema medico e infermieristico a livello mondiale, con un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita dei pazienti, oltre ai notevoli costi sociali ad esse associati. Una quantificazione complessiva del problema è resa difficile dalle diverse eziologie delle lesioni cutanee croniche. La ricerca di una terapia che stimoli e acceleri la guarigione delle ulcere è quindi una priorità medica. Nell’ambito della ricerca di nuove terapie che supportino e stimolino i processi di guarigione delle ferite, è stato sviluppato questo dispositivo medico che utilizza sorgenti led che emettono luce blu con lunghezze d’onda comprese tra 400 e 430 nm, con una densità di potenza di 120 mW/cm² e una fluenza di 7,2 J/cm² a 4 cm dalla sorgente luminosa. Il funzionamento dello strumento si basa sul trasferimento di energia luminosa dal dispositivo al paziente, senza l’intervento di mediatori (additivi chimici o farmaci). Attraverso l’interazione con alcuni cromofori endogeni presenti nel sangue e nella pelle, è in grado di attivare il meccanismo di fotobiomodulazione, stimolando i processi fisiologici di guarigione delle ferite.«Il nuovo dispositivo a luce blu si affianca alle numerose risorse high tech utilizzate nelle suddette strutture, – afferma Monica Gonnelli, infermiera specialista in Wound Care dell’ambulatorio infermieristico ospedaliero per il Trattamento delle Ferite Difficili e consulente clinico Ospedale-Territorio, – come ad esempio la Terapia fotodinamica con luce rossa, la NPWT (portatile e monouso), idrobisturi per un migliore debridement chirurgico – l’atto di rimuovere chirurgicamente materiale che ostacola la guarigione -, bisturi a ultrasuoni, terapia con NPWT + ossigeno locale, trattamento con cellule mononucleate del sangue periferico, innesti di sostituti cutanei, oltre al routinario utilizzo di medicazioni avanzate ed ai sistemi di bendaggio».«Il nostro Ambulatorio di Vulnologia, che nel periodo da marzo a dicembre 2024 ha effettuato otre 700 visite vulnologiche e più di 3600 prestazioni, – dichiara il responsabile Cosimo Maglio, – è stato selezionato per la partecipazione, assieme ad altri 65 centri a livello mondiale, a uno studio clinico internazionale di fase IV, randomizzato in doppio cieco, cioè in cui né i pazienti né gli sperimentatori sanno quale trattamento sarà somministrato al paziente, che utilizza le cellule staminali autologhe per la guarigione delle ulcere venose di difficile risoluzione. L’ospedale di Nottola si conferma come centro di eccellenza nella materia della Vulnologia».
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